Vini DOP e IGP: certificazioni
L'Italia è il primo paese in Europa per numero di vini con indicazione geografica. Una bottiglia su tre è a denominazione d'origine.
Nel 2008, il Regolamento CE n. 479 relativo all’organizzazione comune del mercato vitivinicolo ha ridisegnato il sistema di tali denominazioni, costruendo un disegno omogeneo per la loro protezione , riconducibile alle sole DOP – Denominazione di Origine Protetta – e IGP – Indicazioni Geografiche protette.
Questo regolamento ha comunque permesso di mantenere i termini DOC, DOCG e IGT insieme a DOP e IGP. Queste cinque denominazioni indicano una zona con caratteristiche particolari in termini di tradizione enologica, ambiente naturale e fattori umani idonei alla produzione del vino.
Nelle IGP rientrano i vini italiani classificati secondo il metodo nazionale come IGT – Indicazione Geografica Tipica. Fanno parte delle DOP i vini italiani classificati secondo il metodo nazionale come DOC – Denominazione di Origine controllata e DOCG – Denominazione di Origine controllata e Garantita. L’indicazione IGP è riservata ai vini la cui produzione avviene nella rispettiva indicazione geografica e le uve da cui sono ottenuti provengo per almeno l’85% da tali zone.
Per ottenere una denominazione specifica, i vini devono essere sottoposti ad analisi chimico-fisiche ed organolettiche. Le certificazioni di idoneità, un tempo di competenza delle Camere di Commercio, sono oggi affidate a Valoritalia, un’agenzia autorizzata dal MIPAAF, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.