– Marcatura a Uomo –
Noi italiani, si sa, siamo famosi in tutto il mondo per diversi motivi.
“Pizza, mafia e mandolino” recitava un vecchio, ma ancora troppo attuale, stereotipo sul Bel Paese. Ma non solo, perché in ambito calcistico, sport nazionale per eccellenza, siamo riconosciuti come gli inventori del “Catenaccio”, schema tattico non troppo spettacolare ma sicuramente efficace, basato sulla fisicità, copertura difensiva ferrea e ripartenza efficace.
Parla chiaro anche Winston Churchill, Primo Ministro britannico, che arrivò perfino a dire: “Gli Italiani perdono le guerre come fossero partite di calcio e le partite di calcio come fossero guerre”.
Ecco allora il lampo di genio (o presunto tale), l’ispirazione che dona vita al titolo: “Marcatura -a uomo-“.
La prima parola spero vi riporti subito in mente il settore a cui apparteniamo noi di Tradex, da oltre 40 anni, e che continua a impegnarci ogni giorno, instancabilmente, per rispondere alle esigenze sempre crescenti dei nostri clienti.
La seconda e la terza parola, “a uomo”, hanno una duplice accezione: calcistica, con riferimento all’attaccamento con il quale seguiamo passo dopo passo il nostro cliente, e psicologica, quando vogliamo trasmettere il concetto di facilità d’uso dei nostri sistemi, nonché la volontà di renderli il più personalizzabili possibile.
Si, è vero, non concerne con la professionalità lavorativa, ma è divertente e rende l’idea.
Spiegato fin troppo lungamente il processo cervellotico seguito per creare un titolo di questa caratura, ora passiamo alla dimostrazione più impegnativa: convincervi a leggere queste pochissime pagine e farvi capire brevemente gli obiettivi a cui aspirano.
Partiamo dalla constatazione che lo scrittore non è un tecnico, quindi non saprà, e nemmeno vorrà sentirsi spiegare il funzionamento in ogni sua parte dei sistemi che commercializziamo; e non è nemmeno un venditore, quindi non cercherà in alcun modo di vendervi qualcosa.
Sicuramente, essendo inesperto e, come se non bastasse, neofita del settore, potrà raccontarvi ogni concetto in maniera semplice e basilare, comprensibile a chiunque ne sia interessato.
Secondariamente, giusto perché è bello complicarsi la vita, non volevamo creare case studies noiosi e convenzionali, ma, piuttosto, darvi uno strumento di lettura disimpegnato e risoluto.
Infine, ed è giusto ricordarlo, credo che la conoscenza non sia mai troppa. Quindi siate affamati e folli (per dirla alla Steve Jobs), siate differenti e non abbiate paura di cambiare. Queste pagine vogliono essere provocatorie e stimolanti, ispiratrici e anticonvenzionali, come il loro incipit.
L’argomento che affronteremo nel corso di questo “numero 0” sarà:
LA VALORIZZAZIONE DEL PROPRIO PRODOTTO GRAZIE ALL’APPLICAZIONE DEL MARCHIO
“Le persone non comprano ciò che fai, comprano il perché lo fai”, questo è il messaggio che Simon Sinek, autore statunitense di fama mondiale, ha sempre trasmesso come principio primo dell’impresa vincente. Far capire la missione del proprio operato non è cosa semplice e molto spesso capita che nemmeno le persone all’interno dell’azienda capiscano la vera causa per cui svolgono il proprio lavoro in quella determinata realtà piuttosto che in qualsiasi altra.
Rivelando quindi il “segreto di Pulcinella”, ecco la motivazione per cui Tradex esiste e perdura da oltre 40 anni come uno dei maggiori player italiani del mercato dell’etichettatura e marcatura: “noi crediamo che ogni azienda debba valorizzare il proprio prodotto aggiungendo la propria firma. Incidendo, marcando, etichettando, stampando, personalizzando in qualsivoglia modo la superficie del materiale che utilizzano, così; da raccontare la propria storia e il proprio vissuto, permettendo a quel prodotto di essere riconoscibile e distintivo, ovunque e per sempre”.
E la nostra esistenza, così; come la nostra esperienza, è a completo servizio del cliente, per trovare insieme la miglior soluzione a questa esigenza e per valorizzare al meglio il prodotto per cui lavorano ogni giorno e con cui vogliono cambiare il mondo.
I dati, nonché i migliori studi di settore, confermano che sempre di più le aziende vengono valutate in base al valore del loro marchio, in gergo tecnico “brand equity”. E’ uno degli asset più importanti per un’azienda, perché ne racchiude l’essenza e, se sviluppato attraverso i giusti canali, può raggiungere qualità e livelli pressoché infiniti. Basti pensare alle potenzialità di Internet e dell’era del Web 3.0, o a quelle della tecnologia IoT dell’Industria 4.0: tramite i nostri dispositivi siamo sempre connessi e abbiamo accesso a tutte le informazioni che cerchiamo, in qualsiasi punto del pianeta.
Negli ultimi giorni siamo rimasti estremamente colpiti da un post, pubblicato su un famoso social network, che, attraverso un’immagine, esprimeva le potenzialità di questi “nuovi” canali: facendo un paragone in termini di tempo, utilizzando il telefono fisso ci impiegheremmo all’incirca 75 anni per raggiungere 50 milioni di utenti, 38 anni impiegando trasmissioni radio, 13 tramite campagne televisive…quale potenzialità!
Ma Il dato eclatante riguarda il fatto che, ora, grazie a Facebook, siamo in grado di raggiungere l’intera popolazione italiana in meno di 4 anni.
Ecco allora qual’é il significato di queste righe: rendi il tuo marchio distintivo, scrivilo ovunque e, se lo farai nel modo giusto, raccoglierai molto, ma molto più di quanto ti aspetti.
Questo è il nostro obiettivo e, con questa causa, crediamo fermamente di poter cambiare le cose.
Con queste poche righe spero di avervi suggestionato, creando in voi una smania di gridare al mondo chi siete. Perché anche questo sarebbe un ottimo canale di marketing, basta che non vi facciate arrestare per disturbo della quiete pubblica.
Vi auguro una giornata ricca di riflessioni.
A presto…